Paul Almasy nasce a Budapest nel 1907. A 17 anni lascia la città natale per trasferirsi a Parigi dove scopre la sua vocazione da fotografo.
Negli anni 30 e 40, esplora i temi classici delle foto dell'epoca: la riva della Senna, i giovani innamorati, i giochi dell'infanzia, i clochards, la vita romantica.
Negli anni '40 comincia a girare il mondo con la sua macchina fotografica.
Si può dire che Almasy abbia creato il lavoro del fotogiornalista: i suoi servizi di reportage lo portarono a viaggiare in America del Sud, Afghanistan, Urss e Africa.
Concentrò sempre il lavoro sulle persone, senza distinzione di classe sociale o ambiente, fotografando uomini potenti del suo tempo, artisti, donne e mercati africani, coltivatori di riso in Indonesia e bambini di strada in America Latina. Nel 1950 cominciò a viaggiare per conto dell'OMS, dell'UNESCO e dell'UNICEF.
Anche affrontando la povertà e l'angoscia, Almasy rispetta ciò che vede, osservando alla distanza e ritraendo con delicatezza ed emozione la vita dell'uomo. Non a caso, chiamerà il suo enorme archivio fotografico - più di 12.000 foto - "l'archivio del mondo". Nei suoi scatti, in bianco e nero, Almasy presta sempre una grande attenzione alla luce e alla composizione, creando delle immagini emozionanti e, in alcuni casi, quasi iconografiche.
Paul Almasy morì a Parigi, nel settembre 2003, all'età di 97 anni.
"Quando ho fatto delle fotografie, non mi sono mai accovacciato come un gatto che sta per precipitare sulla sua preda. Non ho mai attaccato con la mia macchina fotografica. "
Molte sue fotografie si trovano esposte al Museo di Fotografia Contemporanea, MuFoCo. Da oggi potete ammirare uno dei suoi scatti, che ritrae una scena italiana negli anni '60, "Discution", nella nostra Domi Gallery.